venerdì 22 maggio 2009

La pedofilia in Irlanda: tutti gli abusi del clero



La commissione d’inchiesta del governo irlandese sul sistema di accoglienza ed educazione dei bambini e dei ragazzi in stato di abbandono o con problemi famigliari o sociali, ha pubblicato i risultati del lavoro in un documento di oltre 2500 pagine, che riguarda il periodo che va dal 1914 al 2000, e dal quale emerge un quadro inquietante dell’intero sistema di affidamento dei minori alle istituzioni e alle congregazioni religiose.
L’Irlanda di questi anni ha trattato tutti i casi di affidamento di minori con una politica di “istituzionalizzazione”, ovvero prediligendo l’affidamento a strutture di tipo non famigliare, quanto piuttosto istituzioni educative e collegiali. E’ evidente che questo tipo di attività fu ed è portata avanti prevalentemente, se non quasi esclusivamente, da congregazioni religiose cattoliche, essendo l’Irlanda come l’Italia paese a forte maggioranza cattolica.
La commissione ha rilevato in questo sistema di affidamento un problema sistemico. L’Italia se ne accorse negli anni settanta a proposito dei manicomi, che per questo motivo sono stati aboliti preferendo, almeno in teoria, un’assistenza ai malati mentali di tipo domiciliare, attraverso le case famiglia o le piccole strutture.
La commissione stessa ha rilevato un interesse di tipo sia economico che di deferenza “politica” da parte del Ministero dell’Educazione nei confronti delle Congregazioni religiose, che hanno continuato i loro affari in questo remunerativo settore con il pieno appoggio dello stesso Ministero.
Nell’ambito di questa organizzazione esistenziale è emersa una situazione di degrado e di abuso sui minori di impronta dickensiana, e completamente inserita nello stesso sistema. E’ emerso un quadro di violenze fisiche, psicologiche e sessuali generalizzate da parte di tutti coloro che erano impiegati nella gestione dei minori, violenze insite nella stessa organizzazione di stampo religioso.
I controlli in carico al Ministero furono largamente insufficienti, così come è risultato un lassismo e una deferenza da parte delle istituzioni statali assai difficilmente spiegabile, se non con il fatto che le Congregazioni religiose guadagnavano credito politico in quanto tali. Spesso le ispezioni ai minori erano soltanto fisiche e superficiali, per cui difficilmente sarebbero potuti emergere i casi di abuso descritti dalla stessa commissione. In particolare le conclusioni trattate nel 4° volume, 6° capitolo del documento di sintesi sono assai spaventose. Leggendo il documento:

The Rules and Regulations governing the use of corporal punishment were disregarded with the knowledge of the Department of Education.
The legislation and the Department of Education guidelines were unambiguous in the restrictions placed on corporal punishment. These limits however, were not observed in any of the schools investigated. Complaints of physical abuse were frequent enough for the Department of Education to be aware that they referred to more than acts of sporadic violence by some individuals. The Department knew that violence and beatings were endemic within the system itself.

Dunque le regolamentazioni riguardo le punizioni corporali venivano disattese in tutte le istituzioni di accoglienza. Lo stesso Ministero era a conoscenza che le violenze e le percosse erano endemiche nel sistema stesso.

The harshness of the regime was inculcated into the culture of the schools by successive generations of Brothers, priests and nuns.

La durezza della vita di Congregazione era tramandata nella cultura delle istituzioni da generazioni di frati, preti e suore.

It was systemic and not the result of individual breaches by persons who operated outside lawful and acceptable boundaries.

Le violenze erano sistemiche e non marginali o sporadiche da parte di alcuni degli operatori.
Children lived with the daily terror of not knowing where the next beating was coming from.
I minori vivevano nel terrore giornaliero di non sapere da dove sarebbero provenute le prossime percosse.

Sexual abuse was endemic in boys’ institutions.
Gli abusi sessuali erano endemici nelle istituzioni maschili.

Perpetrators of abuse were able to operate undetected for long periods at the core of institutions.
gli abusatori avevano la possibilità di continuare le loro violenze impunemente per lunghi periodi di tempo

Cases of sexual abuse were managed with a view to minimising the risk of public disclosure and consequent damage to the institution and the Congregation. This policy resulted in the protection of the perpetrator.
The safety of children in general was not a consideration.
I casi di abuso venivano trattati in maniera da minimizzare l’impatto pubblico per la Congregazione. Questa politica sfociò nella protezione degli abusatori. La salvaguardia dei minori in generale non era un problema.

In general, male religious Congregations were not prepared to accept their responsibility for the sexual abuse that their members perpetrated. Congregational loyalty enjoyed priority over other considerations including safety and protection of children.
Le Congregazioni religiose maschili non erano disposte ad accettare le loro responsabilità nel caso degli abusi perpetrati dai propri membri. La lealtà alla Congregazione veniva prima di tutto.
Nel caso delle istituzioni femminili gestite da suore, gli abusi sessuali erano in minor numero, sebbene le violenze fisiche e psicologiche fossero endemiche in ugual misura, e maggiormente mirate all’umiliazione della minore. L’atteggiamento puritano e bigotto delle suore nei confronti dell’argomento sessuale, in ogni caso, nonostante esse fossero più disposte alla condanna morale di questi comportamenti, impediva alle stesse di ricevere confessioni e confidenze da parte delle minori.

Nuns’ attitudes and mores made it difficult for them to deal with such cases candidly and openly and victims of sexual assault felt shame and fear of reporting sexual abuse.
In aggiunta a questo quadro, qual’ora gli abusatori venivano scoperti, e qual’ora questa fosse stato un problema per la Congregazione, essi venivano trasferiti semplicemente in altre strutture, liberi di continuare la loro attività.

Lo stesso Ratzinger nel suo documento “Crimen Solicitationis” raccomandava il massimo segreto nei casi di abuso sessuale.
Il cosiddetto volontariato sociale religioso, in particolare cattolico, ha sempre avuto una specie di primato morale nella gestione degli ultimi della società, che si tratti di minori abbandonati, come anche di malati mentali, anziani o indigenti. Questa attività, oltre ad essere stata, ed essere tutt’ora, estremamente lucrosa, ha contribuito, come la stessa pubblicità per la destinazione dell’otto per mille tiene a sottolineare, alla fama evangelica che la Chiesa si è voluta costruire attorno.
Il rapporto della commissione governativa irlandese dimostra, ancora una volta, quanto si nasconda, spesso, dietro un’attività che per importanza e vocazione dovrebbe essere condotta nella maniera più umana possibile. Il cardinale Sean Brady dice di essere “profondamente dispiaciuto” per gli abusi sessuali. “Mi vergogno che dei bambini abbiano sofferto in un modo così orribile in queste istituzioni” è il comunicato dell’arcivescovo di Armagh e Primate di tutta Irlanda. Ciò nonostante, le associazioni religiose hanno continuato ad opporre resistenza alla commissione d’inchiesta, mentre restrizioni legali ed il tempo che passava ha lasciato impunita la maggior parte degli abusatori.
La vergogna di fronte a casi che non sono isolati o imputabili ad alcuni individui, ma sistemici e ben conosciuti anche alle massime gerarchie, non può svanire di fronte a millantate scuse e pentimenti.
Bisogna che l’etica laica sostituisca una volta per tutte le sovrastrutture religiose e il monopolio che esse hanno nell’operare sociale.

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